Antonius [Antonio]  Cappello {Paul III-Pius IV}

Tenor; Savoy; in San Marco in Venice,  1527-1528;  in the employ of the Duke of Ferrara,  1529-1536 ; admitted 28 March  1536;  mandati : March  1536 -March  1562 ;  died  31 March  1562  in Rome and was buried in Santa Maria Traspontina on 1 April  1563.

Cappello was admitted to the choir at the behest of Paul III and with the acquiescence of the Duke of Ferrara. He was careful to keep in touch with his former employer and served as a conduit for sending music to Ferrara from Rome. A series of letters preserved in the Archivio di Stato of Modena, written in the years  1536-1540 , describes his situation in Rome in some detail. Immediately upon his arrival in Rome (28 March  1536) he reported that he had been accepted as a papal singer with a salary of 10 ducats (this was inaccurate; at this time the salary in the chapel was 8 ducats a month) a month,  spese  in tinello (not offered to the other singers--see Chapter 2)  for himself and a boy (servant?) and a horse, with the promise of money to allow him to live with his wife and family. Further, the pope increased Cappello’s remuneration from his private accounts paying him an extra salary of 5 ducats a month and providing money to pay Cappello's rent and other incidental expenses. This continues for the entire reign, and makes it very likely that Cappello was serving Paul III as a chamber singer as well as a chapel singer (Paul seems to have continued the musica segreta established by Leo X and Clement VII).

With the letters that followed this one, Cappello sends the Duke of Ferrara music composed by himself and by members of the papal chapel, including a motet by  Festa  on the Duke's motto "ne plus ultra," a Mass by  Morales  and motets by  Morales  and  Escobedo . But the real point of the correspondence is Cappello's constant attempts to remain in the Duke's good graces so that he might better his financial situation in Rome and keep his options open to return to Ferrara at some point. He constantly reiterates that the pope does not give the singers anything more than their normal salary (this was not true--see chapter 2), and even though he receives more than the others, it is not enough. His last letter of 2 December  1540  speaks of a serious illness and begs for some help in providing a dowery for his daughter.

 

DOCUMENTS

DS 1

fol. 27v: entry dated 28 March 1536 [CASIMIRI

Fuit dominus Antonius Capellus Seben. dioc. a Paulo pontifice maximo fuit admissus et receptus in cantorem . . . soluit pro regalibus participandis summam decem scutorum auri et pro cotta duo scuta quae eunt in simul XII scuta auri.

DS 7

13r: entry dated 31 March 1562

Ead.die obiit Capello.

13r: entry dated 1 April 1562

Sepulturam in ecclesia Beate Marie Transpontine.

 

Modena, Archivio di Stato, Archivio per materie, Musica e musicisti, busta 2, fasc. 3: Letters written in Rome from Cappello to the Duke of Ferrara.

1. Letter dated 28 March  1536 

Ill.mo et Ecc.mo S.re et patron mio oss.mo

Questa mia sarà per far humilmente riverenza a V. Ecc.za et per certificarla della mia buona giu[illegible] qua dal M.co M. Filippo suo oratore dal quale, per suo amore, così bene sono stato veduto et tratatto, che mai lo potrei isprimere. Io basciai el piede alla S.tà di N. S. il di doppo ch'io fui giunto. Et nel vero mostro che la mia venuta le piacesse assai. Ha mi accettato per suo cantore, con provisione, che hanno gli altri cantori, de diece scudi el mese. Ma io ho havuto di più la spesa in tinello secreto per me et per un ragazzo, et per una cavalcatura, che gli altri no hanno, con la camera fornita anchora con promissione che a miglio tempo me darra el modo di potere stare con la mia donna honoratamente. Et di queste promesse con speranza ce ne sono state nel vero assai. Nondimeno, io starei com'io stava con V. Ecc.za più voluntieri che qui. Et così riverentemente la prego quanto io posso ch'ella vogli tenermi per quel buon servidore ch'io le sono et voglio essere mentre che sarò vivo, perciòche non meno me reputo servirla stando qui, che s'io fussi presso sua ecc.za essendo venuto qua a suoi commandamenti, bench‚ sapendo di farle piacere et servigio ce sii venuto voluntieri. Et a lei con tutto il core riverentamente me raccommando.

Di Roma il di xxviii di marzo 1536

Di V. Ill.ma S.ria

Humilissimo Servidore Antonio Capello

2. Letter dated 25 April  1536 

Ill.mo et Ecc.mo S.re et patrone mio oss.mo

La servitù che meritamente tengo con V. Ex.za fa che mai [?] non possa scordarmi di lei et dami ardire che così familiarmente le scriva. Perciò si io le paressi in qualche modo presontuoso, humilmente ne la dimando perdono. M. Costanzo Festa compositore et cantore qui della capella [della] S.tà di N. S. a questi giorni passati compose a suo m[odo] un mottetto sopra quel suo motto ne plus ultra. Et havendogli io detto quanto V. Ex.tia se delette di musica gliè parso cosa, che a me parimente è stato gratissima, farnela partecipe, acciòch'ella intenda che le servidore, et quando saprà di farle servigio, ogni volta che havr… cosa che gli pare degna di lei se offre a farnela sempre partecipe. Et così V. Ecc.za havrà qui allegata questa sua compositione. Ne altro accadendo a mente [?] se la raccommandiamo humilmente et riverentemente le basciamo la mano.

Di Roma il di xxv di aprile MDXXXVI

Di V. Ex.za

Humil Servidore Ant.o Cappello cant.re

3. Letter dated 25 August  1536 

Ill.mo & Ecc.mo S. E. padron sempre osser.mo

Essendosi di nuovo composto il presente mottetto a questa alligato ho voluto lasciar di non mandarlo a V. Ecc. per la serv[itù] le tengo, il che farò sempre che ne verrano alla luc[e] pregerò quella, che per la innata sua bontà, si degni scrivere due lettre di raccommandatione al S. P. Luigi [e il] R.mo Campeggio (qual mi fa molte carezze per amor su[o]) che mi possano raccomandare a N. S. & io per mezzo [...] la prima della Ecc. V.ra possi vedere di ottenere qualche [...] qual poi, morto questo papa la possi venire a godere cos[i] [...] servigio di quello. Et io le ne resterò con immortales ob[ligo] oltre quel che le sono avvenga che vi si possi giungere pi[ù] si degner… altresi far ricapitar le lettri in mia n[ome] acciò io sia quello che gli rendi. Col che faccio [fine] et col baciarli le mani, raccomandandomi humilmente [a] la sua buona grazia. Di Rome el di xx[v] di agosto MDXXXVI.

Della Ill.ma & Ecc.ma S. V.ra

Humilissimo Servo Antonio Capello

4. Letter dated 7 May  1537  (see  ANGLES , 82-83 without reference)

Ill.mo & Ecc.mo S. & patron mio sempre oss.mo

V.ra Ecc.tia non si meravigli se io per l'adrieto fin ad hora non le ho mai mandato cosa alcuna di nuovo quantunque ne fussi desideroso. Perciòche il non haver havuto ardire di scrivere così confidentemente ad un tanto signore chente gli è & il non haver anco havuto cosa di Lei degna ne sono state cagioni. Hora ritrovandomi dui motetti di Morales, l'uno il Pater Noster & l'Ave Maria a sei, l'altro a cinque, & parendomi perciò haver l'occasione et ch'ella non l'habbia da recarlosi per male, mi sono a scriverle mosso non tanto per mandarle quelli come anco per non mancare a fatto del debito mio verso di quella, a cui non dirò altro per adesso se non che le sono quel fedele servo che sempre le son stato, & così voglio esser fino che io vivo, & che'l papa mi da buona provisione, & forse qualche cosetta di più degli altri, et questo per havermi tolto dal luogo dove mi ha tolto, è vero che non ho per hora altro se non buone parole & così in suo buona grazia, basciandole le mani, humilmente mi raccommando. Di Roma el dì VII di Maggio MDXXXVII.

Di V. S. Ill.ma

Humili.mo Servo Antonio Capello

5. Letter dated 6 November  1538  (see  ANGLES , 82-83 without reference)

Ill.mo et Ecc.mo S.re mio padrone oss.mo

Da poi che V.S. è tornato da Nizza non ho mai havuto de poter mandare di questa cappella di Sua S.tà cosa degna di V. Ecc.za se non hora che con la presente mia lettera le mando una messa a cinque di Morales, un mottetto a sei del medesimo Morales, et un altro mottetto pur a sei del Scobedo cantori di Sua S.tà. Supplico lei che si degni pigliare con essi il buono animo con quale gliele mando per segno che voglio continouare di esserle quel buon servidore che le sono stato per lo passato finch‚ ci vivrò, che quando mi sciolga dalla servitù di questo pontefice, a cui servo pensando di servire V. Ecc.za non intendo di voler più servire altro signore che lei, non perché io mi senta male riconosciuto da queste bande come nel vero mi sento, ma perch‚ io nacqui per servire a lei, onde mal voluntieri servo altrui. Io mi sto con quella provisione che mi sono stato sempre maggiore di quella degli altri cantori si, ma non ho però havuto mai cosa alcuno di fermo, come che quest'altri non habbiano medesimamente havuto altro che la loro ordinaria provisione, et tutti stiamo in speranza come s'usa in corte. E ben vero che io tengo molto servitù con l'Ill.mo S.r Pierluigi il quale mostra ch'io gli sia caro, et mi rende securo che mi saria favorevole a farmi haver qualche cosa quando io gli fussi di nuovo raccolto da V. Ecc.za, et però la supplico che voglia degnarsi di scrivergli in mia raccommendatione ch'io son certo che farà per me qualche buono ufficio con Sua. S.tà. Il medesimo desiderarei che si facesse col Croto maestro di cappella di N. S. il quale può fare assai in questa materia et farà per V. Ecc.za, quale supplico quanto più posso dell'uno et dell'altro, che tutto bene che me ne verrà io riputarò havuto da lei, et così dedesti novo humelmente me le raccommando con tutto il cuore. Di Roma il dì VI di November MDXXXVIII.

Di V. Ex.za

Humiliss.o et devot.mo S.re Antonio Cappello

6. Letter dated 2 December  1540 

Ill.mo S.re & Padron mio osser.mo

Non havrei presa ardire visitare la excellentia v.ra con lettere senza farla partecipe d'alchuna cosa nova, il che si lungamente ha prolungato prima che non mi essere occorso materia che a quella se acconvenissi, e di poi una grande infirmità, che dua mese o più mi ha gravato sempre in termine di morte, ma subito ch'alla misericordia de Dio piacque rendermi la sanità, per staisfare in qualche parte all'obligo che del continuo le tengo fra scrivere questi mottetti quali la excellentia v.ra si degnerà ricevere con quello animo che io le ne porgo sperando in breve compiacernela de molti altri, de quali penso per aventura essere apportatore io stesso, perch‚ la S.tà di N. S., come si tien per fermo, fatta la epifania si conferirà con tutta la corte in Bologna, dove accaderà servirmi d'un poco del favore di v.ra excellentia appresso Sua Beat.ne & questo, è ch'io mi trovo grave de famiglia, et quello che più mi preme ho una mia figliola da maritare senza sapere dove rivolgermi per sovernirla & benché S. S.tà mi sia stata cortese e larga di promesse non però è seguito alchuni buono effetto, et sommi tratenuto con la provisione sola e il salario ordinario insino adesso. Hora attenta la povertà e il bisogno grande in ch'io mi trovo, ricorro humilmente sotto l'ombra della excellent. v.ra, come in chi, doppo iDio, ho maggiore fede che in altri, non già per mia meriti, ma solo per il buono animo & humanità grande che quella ha sempre dimostro inverso me suo infirmo [?] servitore, che le piaccia tenermi, venendo S. S.tà come si dice appresso di quella raccomandato come fidele et obediente servitore, che io le sono. Et perché in questo mentre potrebbe accadere a Sua Beat.ne qualche commodità di aiutarmi, si degnerà la excellent. v.ra scrivere dua versi allo Ill.mo Duca di Castro, che spenda dua parole con S. S.tà in mia raccomandatione, drizzando la lettera a me che in nome di quella la appresentarò, et ho certa speranza che produrrà qualche buon frutto. & perché io non posso con fatti ricompensare tanti benefitii riceuti et che ricevere spero dalla excellentia v.ra come dedicatissimo servitore con quella povera famiglia, che nelle mia braccia ghiace, pregherò devotamente la bontà de Dio, che del tutto sia largo remuneratore, et le sia aggrado prosperare e felicitare la excellentia v.ra in quello stato che meritano le sue opere laudabili, e che li augurano tutti i suoi fedelissimi sevitori.

De Roma il dì ii de decembre MDXXXX.

Di V.ra Ill.ma S.ria

Humile et Obedient.mo Servo Antonio Cappello Cantore de S. S.tà in Roma

 

BIBLIOGRAPHY: CELANI, p. 98; CASIMIRI ;  FREY, Die Diarien,  p. 132;  ANGLES , Higinio . "La obra musical de Morales,"  Anuario Musical  VIII (1953): 82-83. Léon  DOREZ , La Cour du Pape Paul III , vol. II (Paris, 1932); ONGARO, Giulio. "The Chapel of St. Mark's at the Time of Adrian Willaert (1527-1562): A Documentary Study." Ph. D. dissertation, University of North Carolina, Chapel Hill, 1986, pp. 283-284, 286-287; MCFARLAND, Alison Sanders. "Papal Singers, The Musica Segreta, and a Woman Musician at the Papal Court: the View from the Private Treasury of Paul III." Studi Musicali 24 (1995): 209-230.